#RETROSCENA / Il triste destino di “Brace Vera”…

I dipendenti, che rivendicano stipendi arretrati, abbandonano il locale: l’ultimo flop del sedicente “professor” Pierpaolo Pani, il top-manager del Parco Geominerario della Sardegna…

di Alessandro Baldasserini>

Adesso che anche lo chef, buon ultimo di una decina di dipendenti, ha abbandonato il ristorante rivendicando mesi di stipendio non pagati, il locale è rimasto desolatamente vuoto e con i battenti socchiusi. Addio cene, feste e conferenze stampa “private”… “Brace Vera” è l’ultimo flop di Pierpaolo Pani: sì, proprio lui, il presunto top-manager e sedicente “professore”, nominato consulente da Ciro Pignatelli (incarico con affidamento diretto, senza previa1 selezione, a 39.900 euro+IVA) del Parco Geominerario della Sardegna. Peccato, perchè sarei stato proprio curioso di degustare la cucina “vegan food” a base di grigliate di carne proposta dal fuggitivo ed esasperato chef: che non era uno qualunque, avendo lavorato al Four Seasons e maturato importanti e significative esperienze professionali in Russia. A proposito di Russia: pare che anche la scultorea e avvenente “amica” russa di Pani – che lo sovrastava di almeno 20 cm, senza tacchi – sia tornata nei patrii lidi; così come sembra esser svanita nel nulla la “socia” del locale. Triste, solitario y final quello di colui che dovrebbe essere il top-manager del Parco per “l’espletamento di attività di interesse del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna attraverso il coordinamento, assistenza tecnica e amministrativa, nonché promoter di attività di animazione economica nella predisposizione di progetti integrati territoriali” e definito “superesperto” in un memorabile e involontariamente ironico “post” su Facebook da Marco Corrias, sindaco di Fluminimaggiore, che presumo debba essere soltanto omonimo del brillante giornalista d’inchiesta di Repubblica Canale5 che avevo conosciuto a Roma…

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Verrebbe perfino da ridere, se purtroppo non fosse tutto grottescamente vero: il tanto decantato “esperto”, a cui il Parco Geominerario si è affidato, è alle prese con l’ennesima debacle di cui il suo “vero” curriculum è farcito. Proprio lui che, stando alla fantasmagorica prosa della determina del Direttore, vanterebbe “le competenze necessarie per espletare le attività individuate”. In “bufale”, certamente… E pensare che il Parco Geominerario lo porta in giro come una “madonna pellegrina”, presentandolo come “professore” e “competente” in marketing e progettazione integrata territoriale. Capace di risollevare le sorti economiche e sociali della Sardegna. Leggete, ad esempio, cosa scrive La Nuova Sardegna in occasione di un evento, organizzato dal Parco, svoltosi a Sassari lo scorso 15 ottobre: “Un distretto della pesca nel golfo dell’Asinara, uno del gusto che parta da Castelsardo, con il coinvolgimento del Gambero Rosso, la riqualificazione del borgo minerario dell’Argentiera, ma anche di interi quartieri di Sassari. Tutte parti, o potenzialità, di un piano sistemico, il Piano strategico di sviluppo del Parco nazionale geominerario storico e ambientale della Sardegna, che su questi elementi si proporrà entro il 30 ottobre per un finanziamento comunitario da 126 milioni di euro e che si candida per rientrare nella rete mondiale dei geoparchi dell’Unesco. Oltre 3mila e 500 chilometri quadrati sparsi per la Sardegna, 126 Comuni coinvolti, 1.200 progetti pronti a ricevere i finanziamenti comunitari, un patrimonio immobiliare da riqualificare a fini turistico-ricettivi o a scopi produttivi per favorire insediamenti in campo agroalimentare, della maricoltura e dell’economia circolare. Ma soprattutto un metodo di lavoro, che il presidente del Parco geominerario, Tarcisio Agus, e Pierpaolo Pani, il consulente che ha disegnato il Piano, stanno portando in giro per l’isola, con il tour che ieri mattina ha toccato Sassari. E allora spazio alla Zona economica ambientale, una sorta di zona franca con vantaggi fiscali e finanziari per i territori, e ad alleanze con gruppi come Cirio e Gambero Rosso ma anche istituzioni regionali e locali, enti economici, associazioni di categoria, sindacati e consorzi. Al sostegno delle imprese dei territori del Parco con misure dedicate alle imprese esistenti, alla creazione di nuove e al sostegno delle politiche di sviluppo degli enti locali. Alla creazione del Distretto agroalimentare di qualità attraverso risorse comunitarie, nazionali e regionali, che miri alla vendita senza intermediari e alla «sovranità alimentare», a un brand per le «eccellenze dei Parchi della Sardegna», allo sviluppo di green economy ed economia circolare, e anche del settore turistico con agevolazioni alle imprese ricettive e di servizi puntando ad una rete di resort diffusi, alla transizione energetica verso le rinnovabili e alla riqualificazione urbana dei siti minerari. «Questa è una grande occasione – sottolinea Pierpaolo Pani – per consentire alle popolazioni di uscire dall’attuale enorme disagio economico, finanziario e sociale. Per consentirgli di usare al meglio strumenti che già hanno a disposizione. Basti pensare che solo il 16 per cento degli aventi diritto è riuscito nell’isola ad accedere agli strumenti di ristrutturazione del debito. Che invece potrebbe salvare tantissime imprese in difficoltà. Quello che noi offriamo è conoscenza, e una programmazione sistemica, che si muove tra 21 diverse norme dando gli strumenti per progettare il futuro». L’indipendenza della Sardegna e l’invasione della Polonia sono state, invece, rinviate a data da destinarsi…

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Ecco, questo è il “circo” che il Parco Geominerario sta portando in tournée per la Sardegna: in evidente e stridente contrasto con l’effettiva e sconsolante realtà. Che, per quanto riguarda il sedicente “manager” dal fantasmatico curriculum, è contrassegnata da perenni “flop”: da “Dimore Esclusive” a “Brace Vera”. Dove di “esclusiva” c’è solo la faccia tosta, e di “vera” la rabbia dei dipendenti.

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