#GO / Quando il bivio della Vita ti porta sul tetto del Mondo

Dedicato a Ambra Sabatini: campionessa paraolimpica con record mondiale sui 100 m che andrà a Tokio 2021

di Alessandro Baldasserini> foto libro

DUBAI. Ambra Sabatini da record. La fortissima campionessa portercolese, 19 anni, ha sbaragliato tutte e ha conquistato la vittoria al Fazza Champioships Grand Prix di Dubai, staccando il biglietto per le paraolimpiadi di Tokyo 2021. Ambra ha battuto le sue avversarie con il fantastico tempo di 14,59 secondi nella gara 100 metri Women, categoria T63, conquistando addirittura il record del mondo di categoria. La gara è stata disputata intorno alle 13 ora italiana, venerdì 12 febbraio.

ambra

Se la Vita è un perenne “bivio” e il Fato un vorticare di “sliding doors” che, tuo malgrado, sei costretto a scegliere e imboccare, allora questa storia è il paradigma di come il Destino cinico e baro può essere piegato alla propria volontà e sconfitto. E come quel bivio, che in alternativa a una strada bella larga e scorrevole ti pone di fronte a un viottolo scosceso e pieno di buche e pericoli, ti possa portare sul Tetto del Mondo.

Il “bivio” è quello della Feniglia: la spiaggia, sono parole non mie ma di una “certa” Susanna Agnelli, più bella del mondo. Venendo da Porto Ercole, svoltando a destra, ti ritrovi di fronte al Paradiso. Ma quel giorno, era il 5 giugno 2019, arrivata all’incrocio, in sella allo scooter guidato da suo padre che l’accompagnava agli allenamenti, Ambra Sabatini sembrò sprofondare all’Inferno. Lo schianto con l’auto che aveva invaso la loro corsia, la morsa delle lamiere accartocciate, il volo fino a Firenze alla clinica di Careggi per un disperato intervento chirurgico fino al crudele responso: amputazione della gamba sinistra. Quel giorno, il Destino mise a segno il più tragico e beffardo dei gol: fine corsa, partita decisa. O così pensava.

Quante volte ho imboccato quel bivio, ho percorso quella stradina stretta e sconnessa per poi tuffarmi e stendermi al sole di quella spiaggia che ai Caraibi possono solo invidiare. Sono ormai anni che manco da Porto Ercole, non conosco le nuove generazioni e il padre di Ambra, Ambrogio, l’ho riconosciuto solo dalle foto che ora dilagano su internet per celebrare l’impresa della figlia. Biagio, Tullio, Ugo, i ricordi della mia gioventù, purtroppo non ci sono più: e gli ultimi tempi in cui ho vissuto lì ero ormai distaccato da quella realtà. Una memoria sbiadita: da lontano, mi tengo informato attraverso Facebook tramite Stefania – una vera e propria “Agenzia Ansa” del paese – e ovviamente mia sorella Antonella, ormai specializzata nel rendicontarmi le ultime scomparse, un pezzetto della mia vita che se ne va… Una volta, Stefania mi rimproverò perchè – elencando in un post i miei “luoghi del cuore” – non avessi nominato Porto Ercole. Non ebbi il coraggio di risponderle: ora è il momento di farlo. Confesso la mia debolezza: un giorno, entrando da Massimi (la storica edicola di Viale Caravaggio), vidi un libro dedicato alla storia della squadra di calcio locale. Quanti ricordi, quanti pomeriggi trascorsi al campo sportivo di via dei Mulini, quanti articoli scritti, giovane cronista alle prime armi sognando di diventare inviato ai Mondiali di calcio. E quanta amarezza e disappunto nello scoprire che il mio nome, le mie cronache, non fossero citate neppure una volta… “Nemo propheta in patria”, mi dissi: e del resto, gli assenti hanno sempre torto. Erano gli anni in cui vivevo e lavoravo a Roma, e l’Argentario – pur se a un tiro di schioppo – mi appariva così lontano.

Ricordo ancora quell’assolata mattina del 1995: era il giorno del voto di fiducia alla Camera del Governo Dini. Risalendo Via del Corso, mi incamminavo verso Montecitorio: Susanna Agnelli (per 10 anni sindaco dell’Argentario) nominata Ministro degli Esteri, attorniata dal capannello di giornalisti e fotografi nella piazzetta antistante l’ingresso principale, si fece largo e mi venne incontro. “Scusate, devo salutare un amico”, e tutti a voltarsi chiedendosi “ma chi cazzo è quello lì?”. Un breve cenno di saluto, un sorriso e poi: “Ha visto, Baldasserini? Abbiamo fatto carriera tutti e due”. E sorrido ancora al messaggio di Lapo Elkann, in risposta al mio di condoglianze per la sua scomparsa: “Allora è lei il famoso giornalista. La zia, quando ci raccontava dell’Argentario, non faceva altro che parlare dei suoi articoli che la facevano arrabbiare”…

Eh sì, il passato si può accantonare (o si crede di farlo) nel ripostiglio della Memoria. Ma ecco il Destino che ti prende alle spalle: ecco irrompere prepotente una giovane ragazza mai conosciuta che riporta a galla i ricordi e la nostalgia che sembrava ormai svanita. Perchè Ambra il suo Destino l’ha affrontato a viso aperto: fin dai primi giorni, nel suo letto di dolore e passione, aveva pareggiato quella partita che sembrava chiusa e persa definitivamente: si è reinventata, e ha coltivato tenacemente il suo sogno. Quello di diventare un’atleta, la più forte di tutte, e partecipare alle Paraolimpiadi di Tokio 2021: 1-1 e palla al centro.

Quel “bivio” disgraziato e maledetto, dove troppe croci ricordano altre tragedie, l’ha portata a Dubai: dove lo scorso venerdì ha stabilito il nuovo record mondiale sui 100 metri, garantendogli il pass per Tokio. Da favorita, da Regina sul Tetto del Mondo. Stavolta, il Destino si è dovuto inchinare alla sua ferrea volontà, alla sua lucida “follia”. E allora, #GO #GO #GO! Ambra: vai a Tokio e realizza il tuo incredibile e magnifico sogno divenuto realtà. Anche se per tutti noi quella medaglia l’hai già vinta e nessuno potrà mai togliertela. Ambra 2 – Destino 1: gioco, set, partita.

Post Scriptum: ti voglio bene, Porto Ercole.

4 commenti

  1. Complimenti per l’articolo Sandro sempre preciso,distinto ed elegante. Come si dice ” bei tempi” .La passione non ti è mai mancata e ti ricordo sempre con il giorrnale sotto il braccio,il bel periodo della pallavolo dove eri sempre presente.Poi il vuoto anche perchè ormai adulti si lavora lontano da casa e adesso,mi ha fatto molto piacere leggere il tuo articolo e ricordare “quei tempi”.In bocca al lupo ,forse,chi ancora vive a Porto Ercole ,non può capire che si prova a vivere altrove e che non si può dimenticare.Un abbraccio .
    Franco FERRARI
    Onifled@hotmail.it

    P.s. forse non ti ricorderai di me, sono passati tanti anni.

  2. Ciao Alessandro. Sono Ambrogio ed insieme a tutta la mia famiglia ti siamo grati per averci emozionato con il tuo scritto. Hai paragonato, come solo un vero sportivo sa fare, le vicissitudini di Ambra al più duro dei matches,quello cioè che ognuno di noi combatte contro il proprio destino. Avendo anch’io vissuto da “esule” per anni, sono innamoratissimo di questa terra. Me ne sarei allontanato però se la partita che Ambra stava giocando non avesse avuto questo risultato:troppo triste passare e ripassare per quella curva… Mi auguro che il tempo possa dare a te l’opportunità di passare da queste parti ed a noi quella di incontrarti.
    Ciao

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